giovedì 15 novembre 2007

MESSAGGIO DEL PRESIDENTE REGIONALE 14/11/2007

Il gravissimo episodio di violenza che si è dovuto, ancora una volta, registrare e che è costato la vita ad un giovane sostenitore laziale mi spinge ad alcune considerazioni che sottopongo all’attenzione di tutte le componenti calcistiche affinché ciascuno, nell’ambito delle proprie responsabilità, si impegni nella produzione del massimo sforzo per allontanare dagli stadi i delinquenti ed i violenti.
La questione è diventata, purtroppo, una vera piaga sociale che, nonostante gli interventi, anche di natura legislativa, non riusciamo, ancora, a debellare. Per chi, come il sottoscritto, crede nei valori fondamentali dell’attività sportiva, che sono la correttezza, la lealtà e l’amicizia, è veramente difficile abituarsi all’idea che si debba considerare una gara di calcio come un’occasione nella quale ciascuno scarica istinti aggressivi e frustrazioni accumulate nel corso di una vita.
Questo stato di cose non è più tollerabile. Bisogna rendersi conto che certi atti di brutale violenza sono sintomatici della Società nella quale viviamo e rappresentano il disadattamento di alcune fasce della popolazione, nella fattispecie quelle giovanili, che assume comportamenti in distonia con le regole del comune vivere civile. In tale contesto, mentre ritengo doveroso rivolgere un sentito ringraziamento alle Forze di Polizia che domenicalmente sono impegnate a garantire il regolare svolgimento dell’attività calcistica sul territorio nazionale, esprimo viva preoccupazione per gli episodi di violenza nei confronti degli arbitri siciliani che si sono registrati Domenica 11 Novembre in gare di Promozione e Seconda Categoria. Assicuro a tutto il sistema che intendo marginalizzare le fasce delinquenziali che danneggiano i nostri Campionati e per farlo chiedo il sostegno e la collaborazione di tutti: dirigenti, calciatori, allenatori ed arbitri.
Dobbiamo seguire, così come si è più volte sostenuto, due diverse direttrici di guida: educazione ed applicazione delle regole. Educare, quindi, al rispetto dell’arbitro, degli avversari e, soprattutto, delle regole che sono chiare e devono positivamente caratterizzare il nostro “essere impegnati” all’interno dell’organizzazione calcistica.
In tal senso provvederemo fin dal prossimo mese di Gennaio alla formazione dei nostri quadri dirigenti, nella consapevolezza che da questi deve venire l’esempio per tutti, pubblico compreso.
Non manco e non mancherò, tuttavia, di richiedere e pretendere una severa applicazione delle norme del Codice di Giustizia Sportiva nei confronti di quanti facciano ricorso alla violenza in occasione di una gara di calcio. Il calcio è uno sport che genera grandi passioni e che nella nostra regione deve crescere e svilupparsi in maniera corretta consentendo, anche, ai nostri giovani di poterlo praticare nella consapevolezza che – facendolo - possono divertirsi e migliorare.
Non permetteremo, quindi, a pochi delinquenti di rovinare questo meraviglioso sport.
SANDRO MORGANA

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